sabato 11 giugno 2011

La “Banda Larga” diventa la scusa per ricostruire il Monopolio di Stato sul settore piu' importante dell'Economia e Informazione Nazionale?

La “Banda Larga” diventa la scusa per ricostruire il Monopolio di Stato sul settore piu' importante dell'Economia e Informazione Nazionale?
di Mark De Simone, co-fondatore e socio di Cloud Italia Srl.

Si parla molto di Banda Larga in questi giorni. Ed a ragione.
Ormai da decenni il World Economic Forum insieme alla Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) hanno dimostrato che la competitivita’, il benessere e la trasformazione di una Nazione e’ direttamente legata al fattore “connettivita’” che permette di semplificare sia le transazioni che le interazioni tra persone e tra gruppi di persone e che semplifica le complesse interazioni tra persone e gruppi di persone con le informazioni.
Non a caso, negli ultimi 15 anni, abbiamo osservato la nascita e l’evoluzione dell’Internet con portali web, eCommerce, eGovernment, social networks, e proprio in questi ultimi due anni il mondo del Cloud Computing e dei modelli di business Cloud che continueranno a portare produttivita’ agli individui, alle aziende ed alle organizzazioni pubbliche.
La materia base per questa evoluzione e’ l’accesso alla banda larga ed ultra-larga.
Ma cos’e’ questa banda larga ed ultra-larga? Semplicemente espressa, e’ la capacita’ di collegarsi con applicazioni e contenuti che sono sempre piu’ intensi nella grafica, nel suono, nelle immagini e nell’inivio di istruzioni a programmi di computer remoti.
Le reti di telecomunicazioni, sia fisse che mobili, sono costruite per questo scopo. Esse sono composte, come il sistema nervoso del corpo umano, da una struttura di trasporto comune centrale che collega una infinita serie di strutture di trasporto periferico che diviene sempre piu’ capillare fino a giungere, tramite aria, filo di rame o fibra ottica al terminale intelligente che noi tutti usiamo: telefoni, computers, tablets, smartphones, etc.
Le strutture centrali trasmettono tutto tramite fibra ottica che passa per dei canali fisici e che si raccoglie in “punti di presenza” sul territorio. Ma e’ chiaro che per collegarsi a questi “punti di presenza” occorre che il sistema periferico porti il traffico a questi punti di presenza.
Le parti piu’ semplice e meno costose da costruire negli anni sono state proprio queste strutture centrali, o chiamate a volte “dorsali” che collegano citta’ tra di loro (un po’ come le autostrade). Oggi in Italia esistono un grande numero di queste dorsali con fibra ottica.
Ma per ogni abitazione, l’accesso a questa rete di telecomunicazione fissa, e’ ancora in grande parte costituito dal filo di rame che i nostri nonni e genitori hanno conosciuto nell’epoca storica dei telefoni tradizionali. Questo filo di rame e’ stato utilizzato per diventare un collegamento moderno ed ha dato inizio ad una possibilita’ di fare trasmettere dati con una tecnica che e’ ormai divenuta nota a molti , la DSL.
In parallelo l’accesso alla rete mobile, cioe’ quello che lega il cellulare alla radio di trasmissione, e’ anch’esso evoluto per poter trasmettere dati con tecnologie che permettevano di trasmetter sempre di piu’: GPRS, EDGE, 3G...etc.
Quello quindi da ricordare e’ che mentre il costo e lo sforzo per costruire il “sistema nervoso centrale” e’ stato relativamente basso, quello per adattare il “sistema nervoso periferico” al bisogno di banda sempre piu’ larga e’ molto piu’ costoso perche’ tocca una quantita’ di punti che sono alcuni ordini di grandezza superiori e perche’ si e’ arrivati al limite tecnico per dare piu’ banda al singolo filo di rame dei nostri genitori. Nel caso del mobile e dell’accesso tramite aria, piu’ banda passante vuoi trasportare efficientemente, piu’ vicino devi essere al terminale, e quindi piu’ punti di radio accesso devi avere.
Quindi per trasformare l’accesso sia in fisso che in mobile, ma particolarmente quello in fisso, si devono spendere molti soldi!  In particolare nel passaggio da fili di rame a fili di fibra ottica.
Le citta’ sono piu’ semplici che le campagne, ma in ogni caso, occorre che qualcuno passi la fibra in qualche canaletto che potrebbe essere quello dell’elettricita’, quello dell’acqua, quello del gas o quello del vecchio telefono per fare arrivare questa fibra a punti sempre’ piu’ vicini al cliente.
Quindi il vero importante costo per passare un’intera nazione a banda sempre piu’ larga e’ quello denominato dell’ “ACCESSO”.
L’altra parola che si sente quando si parla di banda larga e’ il termine NGN (Next Generation Network), ma il vero termine e’ NGaN (o Next Generation Access Network) o, per la parte fissa la trasformazione da un accesso in filo di rame alla fibra ottica.
L’investimento per fare questa trasformazione e’ massiccio in qualsiasi paese, ma specialmente quelli avanzati, dove il costo degli interventi di costruzione ha un’enorme complessita’ normativa con diritti di passaggio, diritti di scavo, etc...
Per anni l’Italia e’ stata in ritardo su questa trasformazione perche’ non si e’ dotata di un processo decisionale e di governance normativa che permettesse l’investimento in queste infrastrutture locali con la garanzia di una protezione sul fatturato generabile.
Abbiamo assistito anche in Italia a dei modelli dove i privati hanno risolto prammaticamente il problema, come nella citta’ di Milano dove Fastweb, operatore di servizi avanzati, circa 11 anni fa’ si alleo’ con la societa’ Metroweb, una societa’ che tramite rapporti commerciali con tutte le strutture di servizi municipali del Comune di Milano poteva portare la fibra ottica alle case dei Milanesi, e che forni’ prima a Fastweb, poi a tutti gli operatori che desiderassero comprare il servizio, l’accesso ad una rete in fibra ottica locale.
Ma se l’iniziativa locale fu premiante, fu anche difficile costruire un  modello che funzionasse in tutte le citta’ italiane.
Ma e’ chiaro che questo problema e’ esistito in altri paesi. Cosa hanno fatto gli altri?
Prendiamo l’esempio dell’Inghilterra e della Francia. Entrambe hanno risolto i problema, ma in due modi diversi ed in entrambe i casi dando una struttura di regolamentazione e poi lasciando che il mercato applichi i suoi meccanismi tradizionali.
In Gran Bretagna, l’incumbent nazionale, British Telecom, che possiede la maggior parte di tutto l’access in rame, ha costituito una societa’, Open Reach, che con una governance direttamente gestita dall’autorita’ e quindi dal pubblico, con delle tariffe trasparenti e discusse pubblicamente, offre a tutti gli operatori la struttura di accesso in fibra, facendo in modo che gli investimenti ed i proventi del programma di Open Reach siano chiaramente segregati dalla parte “competitiva” dell’incumbent BT che invece compete con gli altri operatori.
In Francia, l’autorita’ ha permesso che ci fossero gare per ogni citta’ francese dove un soggetto per ogni citta’/provincia potesse vincere un mandato locale per l’accesso a banda larga ed ultralarga in fibra.
Comunque in entrambe i casi, non si e’ formata un’azienda nazionale di proprieta’ dello Stato per gestire il tema dell’accesso in banda larga, ma lo Stato e gli organismi di governance hanno cosituito un “framework” di governance che possa permettere a soggetti privati di competere per la trasformazione alla banda larga ed ultra larga.
Come si puo’ immaginare sono temi molto complessi nei dettagli, ma relativamente semplici visti a livello di decisioni strategiche per l’economia di una nazione. E’ altresi’ chiaro che molti soggetti hanno un punto di vista diverso per ragioni di chiaro interesse economico.
Il fatto che pero’ e’ limpidamente chiaro e’ che queste decisioni sulla banda larga devono rispettare due pilastri di un’architettura moderna di paese.
1)   Devono costruire un equilibrio dove il problema e’ risolto tramite il mercato ed un corretto funzionamento delle regole di mercato governato da una struttura di governance trasparente e pluralistica.
2)   Devono impedire, come e’ la norma nella UE e nei Paesi economicamente avanzati che lo Stato gestisca direttamente aziende di telecomunicazione o di infrastruttura di telecomunicazione. L’antico Ministero delle Poste e Telegrafi e delle societa’ di Stato per le comunicazioni non esistono piu’ in paesi avanzati con economie di mercato.
Quindi il dialogo che abbiamo osservato in questi ultimi giorni, riporta all’interesse nazionale un tema caldo, che e’ importante ma che merita di essere vigilato con grande attenzione.
La banda larga ed ultralarga e’ importantissima, ma non deve essere la scusa per dare a taluni l’opportunita’ di costituire soggetti economici dello Stato che non hanno una vocazione di pura governance, ma che diventano essi stessi giocatori economici.
Il tema sul piatto del Paese e’ l’accesso, non sono le dorsali.
Il tema sul piatto del Paese e’ un meccanismo di governance, non centri economici forti che partecipano sul mercato con i soldi dello Stato.
Il tema sul piatto e’ la possibillita’ di liberare capitali privati a rischio per poter risolvere un problema importantissimo per l’aumento di competitivita’ dell’intero Paese dando una governance forte, non quello di fare gravare sulle casse dello Stato un peso enorme, solo perche’ non si sono sviluppate delle regole di mercato e di governance adeguate.
Lasciamo che il capitale pubblico sia utilizzato per temi dove il mercato non puo’ entrare e costruiamo invece delle regole del gioco che permettano di fare mercato e di creare servizi, competitivita’, posti di lavoro e ricchezza. Il Tesoro dello Stato e’ gia’ abbastanza aggravato da temi pubblici per distrarlo su temi oggettivamente privati.
Se perdiamo il treno di questa nuova rivoluzione di competitivita’ che le tecnologie delle comunicazioni ci offrono, saremo per sempre relegati ad una continua retrocessione nelle graduatorie globali con un impatto sulla qualita’ della vita dei nostri figli e nipoti.
Ma, se ci affrettiamo possiamo ancora saltare sul treno.

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